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Categoria: Il Punto Pagina 145 di 151

sommario 17 febbraio 2004

Un rapporto di un gruppo internazionale di esperti  contiene nove raccomandazioni per controllare i conflitti di interesse nelle attività finanziarie, alla luce dei casi Enron e Parmalat. Comportano tutte un aumento degli obblighi di trasparenza e modifiche delle regole che governano le certificazioni, il loro uso e le sanzioni. Nessuna di queste raccomandazioni è stata raccolta nel disegno di legge sulla tutela del risparmio presentato dal Governo, ove non vi è traccia di norme mirate a regolare il conflitto di interesse di amministratori, sindaci e banche. Così non si tutela il risparmio. Inviteremo gli estensori del rapporto a Roma, durante il dibattito parlamentare. Ma forse la parte più deludente del progetto di legge sulla tutela del risparmio consiste nel tentativo di recuperare al controllo governativo la vigilanza, che dovrebbe invece rimanere di esclusiva pertinenza delle Autorità, di cui occorre definire con precisione competenze e poteri, rendendo al contempo più trasparenti le strutture di governance e i processi decisionali. Anche perché la Consob ha sovente interpretato in forma troppo notarile l’attività di vigilanza sulle società quotate e sui revisori. Perché questa possa trasformarsi in un temibile ufficio ispettivo non basta una legge, serve piuttosto un radicale cambio di mentalità nella struttura.

L’attuale Presidente della borsa elettrica italiana invia una lettera al Wall Street Journal, con una serie di “distrazioni” che è opportuno correggere. Curiosa interpretazione, comunque, del proprio ruolo istituzionale. Infine poniamo una domanda ai banchieri italiani su cui ci piacerebbe avere una risposta.

Sommario 12 Febbraio 2004

La riforma previdenziale annunciata dal Presidente del Consiglio, nel suo intervento a reti unificate del 29 settembre scorso perde pezzi e procede di rinvio in rinvio. Anche perché l’accordo nella maggioranza sembra legato alla realizzazione di condizioni tra di loro incompatibili: con le nuove quote di età e anzianità contributiva (chieste da AN e UDC in Senato) e intervenendo dopo il 2008 (come imposto dalla Lega), non è possibile raggiungere lo 0,7 per cento di risparmi sul PIL su cui sui è impegnato il Ministro dell’Economia, Tremonti, al G7. 
Bene che si pensi di stralciare dal provvedimento la decontribuzione per i nuovi assunti a parità di trattamenti.  Darebbe un colpo al cuore al principio contributivo, secondo cui si riceve in base a quanto si versa.  E’ il principio responsabilizzante introdotto dalle riforme degli anni ’90.  L’ostinazione con cui il vertice Confindustria richiede la decontribuzione si spiega solo con la miopia di cui ha dato prova la sua attuale leadership.

Sommario 10 febbraio 2004

E’ innegabile: l’inflazione ha registrato un’impennata dal 2000 in poi. Ma l’euro non c’entra, se non in misura del tutto marginale. Per riportare l’inflazione in linea con la media europea ed evitare un’ulteriore erosione di competitività della nostra economia ci vuole più concorrenza, un obiettivo che purtroppo non sembra più rientrare nelle priorità dell’esecutivo. Chi oggi gestisce la politica economica del paese dovrebbe quanto meno smettere di terrorizzare i consumatori attribuendo alla moneta unica colpe e sciagure fantomatiche, un atteggiamento che stride con l’ottimismo di facciata sulle condizioni della nostra economia. E che rischia di deprimere ulteriormente i consumi: il teurorismo può avere, in effetti, provocato un calo degli acquisti.
E’ diventato di moda sparare a zero sull’Istat. Meglio aiutare il nostro istituto di statistica a migliorare la qualità dei dati disponibili e la loro diffusione, contemperando le esigenze della privacy con quelle della ricerca. Continua il nostro viaggio tra le statistiche che non sono disponibili in Italia: parliamo di dati sull’inserimento professionale dei laureati. Fondamentali per valutare come funziona il nostro sistema educativo.

Sommario 5 febbraio

Come promesso e in previsione di un dibattito parlamentare che si annuncia tutt’altro che rituale, cominciamo ad analizzare il disegno di legge sulla tutela del risparmio varato martedì 3 febbraio dal Governo. Il ddl in verità si occupa più di riordino delle authority che di tutela del risparmio. Niente sulla governance di banche e imprese, niente sulla disclosure e qualità dei bilanci. Certo alcune materie possono essere regolate da codici di autodisciplina, ma utile chiederne comunque per legge la definizione, dando un tempo limite per adottarli. In assenza dei codici o della loro applicazione, si potrà procedere imponendo norme restrittive. Ma anche sulle authority c’è molta confusione. Perché non affidare esplicitamente la concorrenza nel sistema bancario all’antitrust? Bene invece tenere separata la vigilanza dei fondi pensione da quella degli intermediari finanziari. Altrimenti si produrrebbe uno stridente conflitto di interessi.

E poiché le buone letture sollevano lo spirito e aiutano a capire come va il mondo, vi proponiamo alcuni libri, classici compresi, per decifrare gli ultimi scandali finanziari, non solo italiani.

In una lettera aperta al Governo alcuni giovani economisti italiani all’estero prendono posizione sulla riforma dello stato giuridico dei docenti universitari.

Sommario 3 febbraio

Riprendono le audizioni al Senato sull’affaire Telecom Serbia: qualche numero su di un caso di cui si è parlato a lungo senza fornire i dati più elementari. 

I risparmiatori e gli investitori esteri si aspettano una reazione al caso Parmalat.  Il Governo ha varato un disegno di legge sui controlli nei mercati finanziari con molti punti in sospeso.  In vista del dibattito in Parlamento, che si annuncia tutt’altro che rituale, contribuiamo al dibattito con alcune informazioni utili.  Primo, non è vero che il denunciante civico è una novità in assoluto: le autorità antitrust  già da tempo usano i whistle-blowers con successo per difendere la concorrenza. Secondo, cerchiamo di chiarire quali sono le responsabilità di Banca d’Italia e Consob nei controlli sull’emissione di obbligazioni. Terzo, discutiamo la relazione fra banche e imprese: invece di vietare che un’impresa troppo indebitata verso una banca partecipi alla vita societaria di quella banca, sarebbe meglio impedire agli istituti di credito di esporsi troppo verso società che siano loro azioniste.  Quarto, ci poniamo una domanda: sarà poi vero che la trasparenza e la stabilità dei mercati finanziari sono obiettivi fra di loro in conflitto?

Sommario 29 Gennaio

Non solo nel Regno Unito. In tutta Europa si cerca di riformare l’università. E’ il modo giusto per interpretare l’impegno a rilanciare la ricerca preso dai Governi europei a Lisbona nel 2000. Da noi, invece, si torna indietro. Il disegno di legge sulla riforma dello stato giuridico dell’università presentato dal Ministro Moratti reintroduce i concorsi nazionali. Ma non affronta i problemi di fondo, quelli dell’assenza di regole o di incentivi tali da indurre i dipartimenti e le facoltà a produrre buona ricerca e buona didattica. Né si entra nel merito delle regole di governance dell’università. Ed è chiaro che senza incentivi efficaci e senza una riforma della governance, qualunque riforma sarà facilmente aggirata.

La Corte dei Conti – censurata da TG1 e TG2 – sottolinea l’eccessiva discrezionalità di cui gode il Ministro Tremonti nella gestione del bilancio pubblico, confermando il giudizio da tempo espresso a riguardo da staging.lavoce.info. Riproponiamo alcuni interventi su questi temi.

Sommario 27 gennaio 2004

Non arrivano soldi sotto la Madonnina e in molti si lamentano del fatto che un’amministrazione dello stesso colore politico della maggioranza governativa non faccia arrivare quattrini. In realtà i soldi vanno soprattutto ai Comuni in cui l’esito elettorale è più incerto. E, in ogni caso, che paese è uno in cui i rapporti di partito prevalgono sui rapporti istituzionali fra diversi livelli di governo? La privatizzazione dell’Aem procede solo virtualmente, nonostante i debiti del Comune e le disfunzioni del servizio. E c’è chi si oppone anche a questo poco di privato! Riprende anche lo sciopero dei taxisti: avevamo formulato una proposta un anno fa. La riproponiamo ai lettori: rimane più che mai attuale.

Qualche dato in più sul caso Parmalat: forse era prevedibile. O è solo il senno di poi? Torniamo anche sulla proposta dei “denuncianti civici”. Sorprende notare che proprio in questi giorni commentatori televisivi di un certo peso ritengano che ci debba essere meno trasparenza nei comportamenti degli amministratori delle società.

Sommario 22 gennaio 2003

Diversi segnali di malessere nel nostro mercato del lavoro: l’andamento pressoché piatto dei salari reali nell’ultimo decennio, l’aumentata conflittualità, l’incertezza sui destini del lavoro parasubordinato. Meglio prenderne atto per tempo. Utile ripensare agli assetti contrattuali e non illudersi di risolvere il dualismo del nostro mercato del lavoro con rimedi solo giuridici. Mentre tutta Italia si interroga su cos’è un lavoro a progetto, bene pensare a come rilanciare la crescita, l’unica in grado di sostenere un aumento duraturo dei salari. Anche in questo il decentramento della contrattazione può essere utile.

Sommario 20 gennaio 2004

I condoni sono attesi e giustificati proprio da chi è in grado maggiormente di evadere. Ce li si aspetta quando i conti pubblici vanno male. C’è dunque il rischio di un circolo vizioso: le aspettative inducono riduzioni dei pagamenti all’erario e questo impone ai governi di fare i condoni. Lo dimostra un sondaggio condotto da Demoskopea per staging.lavoce.info.

Con il nuovo anno sono aumentati i pedaggi autostradali. L’ennesimo episodio di una privatizzazione non sufficientemente regolata che ha offerto benefici eccessivi ai concessionari ai danni degli utenti. Mentre continuano gli scioperi nei trasporti, una nuova proposta per disincentivarli.
E una rassegna della stampa estera sul caso Parmalat, su cui presto ritorneremo. Il presidente di Confindustria D’Amato sulla stampa estera chiede controlli più serrati sulle imprese italiane quotate.

Abbiamo superato la quota dei 13.000 iscritti alla newsletter. Grazie a tutti voi per la fiducia accordata.

Sommario 15 gennaio

Il settimanale “Time” dedica a una ricercatrice italiana la sua ultima copertina. Un solo, forse spiacevole, dettaglio: Sandra Savaglio ha lasciato l’Italia, insegna e fa ricerca alla Johns Hopkins University di Baltimora. Cosa si può fare per contrastare la fuga di cervelli dal nostro paese? Per migliorare la governance degli atenei e la qualità della ricerca scientifica? Per permettere all’università di meglio contribuire al progresso economico del paese?
Va anzitutto modificato il sistema di rappresentanza democratico corporativo delle nostre università. Intervenire sugli incentivi non basta, se non si mette mano agli assetti istituzionali. Va poi ripensato il percorso del dottorato. Il progetto di riforma 3+2+3 non aiuta, anzi. Ancora più che in passato, a rimanere in Italia saranno soprattutto coloro che non sono riusciti ad andare all’estero. Infine, va favorito il riorientamento del sistema scolastico e universitario a favore delle competenze generaliste e delle capacità logiche e relazionali. Quasi il contrario di quanto si sta facendo oggi …
Dopo gli scioperi selvaggi bisogna affrontare il problema dei trasporti locali. Non c’e’ tempo da perdere. Bisogna decentrare la contrattazione e il finanziamento, rafforzando al tempo stesso la concorrenza. Se ci sono meno rendite da spartire, ci saranno anche meno scioperi.

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