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Categoria: Il Punto Pagina 140 di 151

Sommario 28 settembre 2004

Luci e ombre dal mercato del lavoro italiano. Continua a crescere, anche se rallenta, l’occupazione. Diminuisce il tasso di disoccupazione. Ma cala anche il rapporto fra occupati e popolazione in età lavorativa, l’indicatore su cui ci siamo impegnati a Lisbona e che conta per la crescita del reddito pro-capite. Prematuro tracciare un bilancio sulla riforma Biagi a un anno dalla sua approvazione, soprattutto perchè l’Istat non ha ancora reso disponibili i dati sull’andamento occupazionale delle diverse tipologie contrattuali. Ma il lavoro dipendente cresce meno di quello autonomo: non sembra perciò esserci stato il travaso dalle collaborazioni coordinate e continuative al lavoro dipendente. Mentre il part-time è in diminuzione. E molti aspetti importanti della riforma permangono inapplicati.

I nuovi posti di lavori creati sono a bassa produttività. Serviranno gli incentivi all’acquisto di computers ad aumentare la produttività? Legittimo nutrire qualche dubbio in merito.

Tra una newsletter e l’altra abbiamo pubblicato interventi sul decreto 56/2000 che serve a ripartire le risorse fra le Regioni e sul modo con cui va correttamente attuato.

Aggiornamenti sull’attualità:
Alitalia: bene così, ma non facciamoci illusioni
La Turchia e l’Unione di Stefano Manzocchi, 1-10-2004
Quando l’Europa non è più di moda di Giancarlo Perasso, 1-10-2004

Sommario 20 settembre 2004

Una regola stupida? Il tetto del 2 per cento nella crescita della spesa corrente rispetto al preconsuntivo 2004 desta molte perplessità. Le regole servono quando sono facilmente applicabili. Ma il tetto è solo un principio astratto perché taglia in modo indiscriminato spese già previste a norma di legge. Ignora spese sanitarie in corso e i rinnovi contrattuali in atto nel pubblico impiego. Si finiranno per tagliare soprattutto le spese in conto capitale e, pur di difendere le pensioni di anzianità, per sacrificare prestazioni sociali importanti per i cittadini più poveri (come i servizi gestiti dai Comuni). E comunque, nonostante il tetto, i conti della manovra 2005 ancora non tornano. Mentre il bonus contributivo per chi decide di continuare a lavorare non è affatto vantaggioso. Se si hanno problemi di liquidità, meglio indebitarsi con una banca che farsi dare i contributi rinunciando ad aumentare la propria pensione futura. Se la norma porterà a risparmi nella spesa previdenziale, lo farà ingannando i cittadini.

Aggiornamenti sull’attualità:
Riflettendo sul decreto 56/2000 di Massimo Bordignon e Piero Giarda, 23-09-2004
L’attuazione del decreto di Massimo Bordignon e Piero Giarda, 23-09-2004

Sommario 16 settembre 2004

La riunione dell’Ecofin sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita è servita solo a mettere le carte in tavola. Le questioni più importanti sono tutte ancora tutte da affrontare. La proposta della Commissione è un passo in avanti, ma bisogna meglio definire le “circostanze eccezionali” in cui sono concesse deroghe al tetto del 3 per cento di deficit. Utile introdurre un riferimento al debito previdenziale, ma deve valere come regola d’ora in poi, non essere riferita al passato. Lo stesso vale per ogni riferimento all’agenda di Lisbona. Insomma, la filosofia delle riforme deve essere quella di mantenere regole applicabili, quindi molto ben definite, riducendo al minimo la discrezionalità. Al tempo stesso bisogna rimediare a quelle distorsioni del Patto che oggi finiscono per rendere più difficili, anzichè facilitare, le riforme strutturali.

Vincenzo Visco commenta l’analisi di Faini e Giavazzi sugli incentivi fiscali al Sud.

Aggiornamenti sull’attualità:
Le pensioni nel patto di Tito Boeri e Guido Tabellini, 16-09-2004
Il costo della devolution di Massimo Bordignon, 16-09-2004

Sommario 13 settembre 2004

La riunione dell’Ecofin sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita è servita solo a mettere le carte in tavola. Le questioni più importanti sono tutte ancora tutte da affrontare. La proposta della Commissione è un passo in avanti, ma bisogna meglio definire le “circostanze eccezionali” in cui sono concesse deroghe al tetto del 3 per cento di deficit. Utile introdurre un riferimento al debito previdenziale, ma deve valere come regola d’ora in poi, non essere riferita al passato. Lo stesso vale per ogni riferimento all’agenda di Lisbona. Insomma, la filosofia delle riforme deve essere quella di mantenere regole applicabili, quindi molto ben definite, riducendo al minimo la discrezionalità. Al tempo stesso bisogna rimediare a quelle distorsioni del Patto che oggi finiscono per rendere più difficili, anzichè facilitare, le riforme strutturali.

Tra una newsletter e l’altra abbiamo pubblicato interventi sulla nuova rete a pedaggio e, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, sulla transizione scuola-lavoro.

Vincenzo Visco commenta l’analisi di Faini e Giavazzi sugli incentivi fiscali al Sud.

Sommario 6 settembre 2004

E’ giusto aumentare le rette universitarie, come ha fatto recentemente Tony Blair? Qualora gli aumenti e le differenziazioni delle rette fossero accompagnate da altre riforme significative (sul valore legale del titolo di studio, sulla destinazione dei fondi, sul meccanismo di selezione dei docenti, sulle borse di studio e sui prestiti per aiutare gli studenti che provengono da famiglie con basso reddito), le università sarebbero in grado di competere esplicitamente in qualità, migliorando l’allocazione delle risorse, la didattica e la ricerca. Ad un anno dal varo dell’Istituto italiano di tecnologia, un intervento del Commissario dell’Iit, che fa il punto sul nuovo centro di ricerca.

Tra una newsletter e l’altra abbiamo pubblicato interventi sulla Bossi-Fini e una descrizione della riforma del Patto di Stabilità e Crescita proposta dalla Commissione Europea. Chi volesse essere avvisato di questi aggiornamenti infrasettimanali, può installare RSS sul suo computer oppure semplicemente venire a trovarci tutti i giorni, mettendo staging.lavoce.info nella lista dei siti preferiti.

Stefano Micossi risponde a Luca Enriques sul ddl risparmio. La contro-replica dell’autore.

Aggiornamenti sull’attualità:
Il pedaggio si fa strada di Marco Ponti, 08-09-2004
La difficile transizione dalla scuola al lavoro, di Norberto Bottani e Alexander Tomei, 09-09-2004

Sommario 30 agosto 2004

Doveva essere approvata entro i primi mesi del 2004. Poi entro l’estate. Per ridare fiducia agli investitori dopo la crisi Parmalat e arginare la perdita di competitività del nostro paese. Ma della riforma del risparmio bipartisan si è ormai persa traccia. Forse meglio così. Le bozze che circolano tra gli addetti ai lavori non tengono conto dell’evoluzione del quadro normativo in Europa. E ignorano il problema cruciale del piccolo risparmiatore italiano: quello di tutelarsi da banche che approfittano dei loro molteplici conflitti di interesse. Un indice di affidabilità delle banche potrebbe essere d’aiuto.

Vi ricordiamo che durante la settimana saranno fatti aggiornamenti al sito senza inviare la newsletter per non ingolfare la vostra posta elettronica. Venite a trovarci spesso e continuate a sostenerci: viviamo grazie al vostro sostegno.

Aggiornamenti sull’attualità:
Bossi-Fini: quando il tagliando non basta di Tito Boeri, 02.09.2004. 
Un Patto più intelligente di Andrea Montanino, 03.09.2004.

Sommario 23 agosto 2004

Il prezzo del petrolio è troppo alto? Meno di altre volte. E, in ogni caso, stimolerà la riduzione dei consumi energetici. Altro che ridurre le imposte…: forse non tutto il male viene per nuocere!

Con la nuova Commissione l’Europa balza in primo piano. Occorre rimettere in discussione l’agenda della politica europea del neopresidente, concentrandosi sulla creazione di un mercato unico invece che su obiettivi sui quali la Commissione non ha poteri effettivi, quali l’agenda di Lisbona. E la politica agricola deve essere riformata: gli aiuti agli agricoltori continuano a gravare troppo su tutti, dopo riforme ancora poco incisive. Le elezioni del Parlamento hanno poi messo in luce l’assenteismo in certi paesi. E se si assegnassero i seggi (anche) in proporzione all’affluenza alle urne?

Sommario 29 luglio 2004

Doveva essere la riforma definitiva, ma non lo sarà. La riforma previdenziale varata dopo un iter di tre anni non risolve i problemi strutturali del nostro sistema pensionistico ed è iniqua. Ci vorranno altri 4 anni prima che generi risparmi. Nel frattempo ci saranno solo fughe verso le pensioni d’anzianità. Ma la riforma potrebbe servire ad alimentare il pilastro mancante, la previdenza integrativa. Condizionale d’obbligo perché sono molte le insidie sulla strada del dirottamento del Tfr ai fondi pensione, a partire dal paventato trasferimento del Tfr all’Inps.
Il Ministro Pisanu parla di 2 milioni di immigrati in arrivo dalla Libia. Ma come si è arrivati a questa cifra allarmante? Un sondaggio presso i clandestini che arrivano sulle nostre coste porta a stime molto più basse.
Vincenzo Visco contesta la ricostruzione del risanamento degli anni ’90 fornita da Roberto Perotti.

Sommario 26 luglio 2004

In Europa si lavora meno che negli Stati Uniti.  Sempre meno.  Dobbiamo interpretare gli accordi alla Daimler-Chrysler e alla Bosch (si veda la rassegna della stampa estera) e la proposta del Ministro delle Finanze francese di abolire le 35 ore come il segnale di una inversione di tendenza?  In realtà il gap in ore lavorate fra Europa e Stati Uniti è dovuto soprattutto al fatto che molte persone non lavorano del tutto, piuttosto che a un basso numero di ore mediamente lavorate per addetto. Non è colpa della presunta pigrizia degli europei, nè di accordi sindacali che hanno negoziato condizioni molto vantaggiose in quanto a orari e ferie per i dipendenti, ma di politiche che hanno al tempo stesso tassato il lavoro e pagato chi se ne stava alla larga dal mondo del lavoro.  Insomma, possiamo partire per le vacanze senza sensi di colpa, ma riflettendo sul fatto che le politiche che tengono molte persone in età lavorativa lontane dal lavoro non sono più alla nostra portata.

Sommario 19 luglio 2004

La Cgil abbandona il tavolo di trattativa sulla contrattazione salariale. L’obiettivo è di proteggere i lavoratori più deboli, evitando uno spostamento del baricentro della contrattazione verso la periferia. Ma è proprio così? Il tentativo della Cgil di rafforzare il ruolo del centro potrebbe indurre la Confindustria a non stipulare il contratto nazionale. E gli attuali assetti contrattuali penalizzano proprio i lavoratori più deboli, che la Cgil vorrebbe difendere.
Per tre anni l’esecutivo ha contato sulla ripresa economica per ridare respiro ai conti pubblici. Nel frattempo però i nostri conti pubblici hanno tratto vantaggio dai livelli eccezionalmente bassi dei tassi di interesse. Una ripresa sostenuta a livello europeo potrebbe però indurre la Bce ad aumentare i tassi di interesse. Se l’Italia poi non riuscisse ad agganciarsi al treno dell’Europa, l’effetto complessivo sui conti pubblici potrebbe riservare spiacevoli sorprese.
La legge sul conflitto di interessi cerca un difficile compromesso fra verifiche ex-post e filtri ex-ante. Non solo non risolve il problema di fondo, ma rischia di politicizzare la scelta del presidente delle Authorities.

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