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Categoria: Il Punto Pagina 139 di 151

Sommario 15 novembre 2004

Quali potrebbero essere gli effetti del taglio alle tasse ripetutamente promesso dal Governo sui consumi degli italiani?. Grazie ad un sondaggio su Internet, stimiamo che solo un terzo degli sgravi eventualmente concessi si tradurrebbe in un aumento dei consumi. Se l’obiettivo è rilanciare la domanda interna, bene riuscire a convincere i cittadini che il taglio non sarà transitorio. I consumi non aumenteranno se le famiglie si sono indebitate o hanno decumulato risparmi fatti in precedenza e vogliono ricostruirli. Ma, contrariamente a percezioni diffuse, la percentuale di italiani che non risparmia non è aumentata negli ultimi anni. Il risparmio rimane elevato per effetto della riforma della previdenza e per il calo del clima di fiducia delle famiglie. E, comunque, il risparmio non è una misura di benessere.
Secondo il nostro sondaggio, gli italiani comunque non pensano che una riduzione delle imposte debba essere l’unica priorità. Danno almeno altrettanto peso alla riduzione del debito pubblico e a migliori servizi. Tra le imposte poi vorrebbero una riduzione di quelle indirette che hanno un impatto immediato sui prezzi. E se proprio si deve ridurre l’IRPEF, gli sgravi dovrebbero concentrarsi sui redditi bassi, salvaguardando la progressività dell’imposta.

Aggiornamenti sull’attualità:
La cura dimagrante dell’Irap di Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra, 18-11-2004
Quando il fisco aiuta la ricerca di Luca Gandullia, 18-11-2004
Meno nonni, più nidi di Daniela Del Boca, 19-11-2004
Il collasso della Finanziaria di Tito Boeri e Riccardo Faini, 21-11-2004

Sommario 8 novembre 2004

Nonostante lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione, la concentrazione nei media resta diffusa. Non solo da noi. Aumentano i costi, e la concorrenza ammette solo pochi “vincitori”. E i media diventano uno strumento di pressione e propaganda politica…
Se non basta il mercato a garantire il pluralismo, occorre limitare il numero di licenze in capo a uno stesso operatore. E non buttiamo via la norma sulla par condicio: la deregolamentazione in un mercato molto concentrato può generare gravi squilibri. Anche la concentrazione per la stampa quotidiana è più elevata di quanto potrebbe apparire: su scala locale abbiamo molti monopolisti. E nella carta stampata esistono perfino meno strumenti per frenare la concentrazione. Anche qui occorre pensare almeno in campagna elettorale a una regolazione diretta, secondo criteri di par condicio.

Discutiamo ancora di elezioni. E’ proprio vero che in Italia il centro non c’è più e che per vincere le elezioni occorre puntare sulle ideologie?  A noi non risulta.  E sulle elezioni americane, Stephen Martin risponde a Francesco Giavazzi.

Aggiornamenti sull’attualità:
La resistibile ascesa del welfare residuale di Claudio De Vincenti e Corrado Pollastri, 11-11-2004
Sistema sanitario tra sottofinanziamento e sprechi di Elena Granaglia, 11-11-2004

Sommario 5 novembre 2004

Bush vince le elezioni su temi che hanno poco a che vedere con la politica economica e con ciò che avviene nel resto del mondo. Si occuperà ora del traboccante deficit federale? Presterà maggiore attenzione agli organismi multilaterali? Non rimane che sperarlo e cercare di avere un’Europa più forte, come contrappeso.

La seconda tranche della riforma fiscale rischia di venire presentata quando non ci sarà più tempo per discuterla. Per permettere un confronto, valutiamo le nuove proposte trapelate dalle fila della maggioranza per ridurre il trattamento di favore riservato ai più ricchi. Si potevano ottenere gli stessi effetti distributivi a costi più bassi. Anche del collegato sullo sviluppo non si sa ancora nulla. Bene che si concentri sull’innovazione. Non occorrono tante risorse, ma incentivi flessibili e, soprattutto, permanenti.  

Ci vuole un’autorità europea di vigilanza sul sistema bancario, indipendente dagli interessi dei singoli Stati. Altrimenti rischieremo di non vedere le aggregazioni transfontaliere necessarie per dare all’Europa istituti capaci di competere con le grandi banche americane.

Sommario 2 novembre 2004

Mentre la politica italiana vive alla giornata, proponiamo qualche riflessione strategica, sollecitata dalla perdurante tensione del prezzo del petrolio. Quali saranno gli scenari energetici futuri? Le fonti rinnovabili non saranno una vera alternativa ai combustibili fossili ancora per parecchio tempo. Dobbiamo allora ripensare al nucleare, oggi molto più sicuro che in passato? Anche se continua a fare notizia, l’idrogeno presenta ancora inconvenienti e difficoltà ad oggi insormontabili. Dato che le fonti fossili saranno tra noi ancora per parecchio tempo, molti prospettano la cattura e sequestrazione (prima che vengano immesse nell’atmosfera) delle emissioni di CO2 prodotte da carbone, petrolio e gas naturale.

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Aggiornamenti sull’attualità:
E’ l’America di Bush di Francesco Giavazzi, 2-11-2004
Il mercato delle banche di Francesco Vella, 2-11-2004

Sommario 29 ottobre 2004

A Roma si firma il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa.
Se fossero state applicate le sue regole sulla nomina dei commissari, si sarebbe evitato l’impasse attuale nell’insediamento della nuova Commissione.

Si susseguono i sondaggi sul voto USA. Ma l’esito dipenderà dal complesso meccanismo del collegio elettorale. Un software elaborato da un economista italiano all’Università del Minnesota (Andrea Moro) trasforma i risultati dei sondaggi in probabilità di vittoria di Bush e di Kerry.

Sono soprattutto le piccole e medie imprese, quotate e non, ad aver risentito del clima di sfiducia creatosi dopo gli scandali finanziari degli ultimi due anni: per loro si sono allungati i tempi per ottenere finanziamenti dalle banche.

I risultati di Pisa 2003 non devono passare inosservati. Segnalano i ritardi del nostro sistema educativo e mostrano che la riforma si muove nella direzione sbagliata.

Molti i commenti agli interventi sulla delocalizzazione.  Le risposte di alcuni degli autori.

Sommario 25 ottobre 2004

La delocalizzazione produttiva non comporta necessariamente una perdita netta di posti di lavoro. Al contrario. Nel caso dell’Italia, le imprese che hanno trasferito all’estero attività e produzioni hanno registrato un significativo aumento di produttività e continuano a crescere in termini sia di fatturato sia di occupazione. Meglio non penalizzare le imprese che delocalizzano. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito si teme anche che l‘esternalizzazione di servizi provochi la perdita di posti di lavoro altamente qualificati. Ma entrambi i paesi rimangono esportatori netti di servizi e beneficiano della crescita di questo commercio.

Torniamo sui proposti tagli all’Irpef. Non tengono conto del fatto che no tax area, scaglioni e struttura degli assegni familiari finiscono per determinare aliquote marginali di imposta molto elevate per contribuenti con redditi medio bassi. Invece di stimolare l’offerta di lavoroi, si rischia di deprimerla.

Alessandro Figà Talamanca commenta l’intervento di Checchi e Jappelli sugli squilibri fra domanda e offerta di competenze. La controreplica degli autori.

Aggiornamenti sull’attualità:
Come leggere i sondaggi su Bush e Kerry, di Alberto Bisin e Andrea Moro, 27-10-2004
Conflitti istituzionali a Bruxelles, di Stefano Micossi, 27-10-2004
Foto di scuola con studenti, di Solomon Gursky, 28-10-2004
Il dopo-Parmalat delle imprese italiane, di Carlo Maria Pinardi, 28-10-2004

Sommario 18 ottobre 2004

Ora che la politica monetaria viene decisa a Francoforte, c’è forse meno bisogno che in passato di tutelare l’indipendenza della Banca d’Italia. Eppure nessuno parla più di porre un termine al mandato del governatore. Come se fosse un problema di persone e non di istituzioni. Può fallire una banca? Per gli italiani si tratta di un evento inconcepibile. E se dovessimo abituarci all’idea? A inizio 2005 entra in vigore il codice deontologico sulle centrali dei rischi. Mentre è utile tutelare la privacy, non bisogna dimenticare che la circolazione di informazioni tra le banche sulla solidità dei clienti può abbassare il costo del credito.

Quanto dobbiamo temere il caro-petrolio? Molte preoccupazioni ricorrenti sembrano eccessive. Non dovrebbe avere effetti negativi molto marcati tanto sulla crescita economica che sull’andamento dei mercati finanziari.

Aggiornamenti sull’attualità:
Multilateralismo ed elezioni americane di Filippo Andreatta, 19-10-2004
Valutare le politiche pubbliche di Salvatore Pirrone, Paolo Sestito e Michele Pellizzari, 19-10-2004
Alitalia dopo gli accordi di Andrea Boitani e Marco Ponti, 21-10-2004
Il protocollo al via di Marzio Galeotti e Alessandro Lanza, 21-10-2004

Sommario 15 ottobre 2004

Sono molti gli aggiornamenti questa settimana quindi preferiamo inviare una nuova newsletter. Per essere avvisati ogniqualvolta aggiorniamo il sito potete comunque installare RSS sul vostro computer oppure venire a trovarci tutti i giorni, mettendo staging.lavoce.info nella lista dei siti preferiti.

Ne approfittiamo per informarvi che Daniela Marchesi è entrata a far parte della redazione. Si occuperà di giustizia ed economia.

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Sommario 11 ottobre 2004

Nel rapporto tra sistema formativo e mercato del lavoro colpiscono sia lo squilibrio tra domanda e offerta, sia lo scostamento tra le competenze di chi cerca lavoro e quelle richieste dalle imprese. Solo per l’8% dei nuovi assunti del 2004 sarà richiesta la laurea. E’ l’università a produrre troppi laureati, o sono le imprese a chiederne troppo pochi? Probabilmente entrambe le cose. Quindi non basta cercare di razionalizzare l’offerta formativa come sta facendo il Governo. Meglio non imporre una scelta troppo precoce delle competenze, come avviene nella scuola secondaria prima e dopo la riforma Moratti. C’è anche un problema di informazione e di trasparenza del mercato: spesso non mancano i lavori ma è difficile trovare quelli “giusti”. E il collocamento continua a non funzionare. Utile anche incoraggiare le imprese a svolgere formazione. Molti i dubbi sulla nuova disciplina dell’apprendistato. Permette di avere manodopera a basso costo e può scoraggiare le imprese che vogliono fare vera formazione.

Aggiornamenti:
Chi vince e chi perde con la nuova IRPEF di Massimo Baldini e Paolo Bosi, 14-10-2004
Contro il grande Blob della statistica di Enrico Giovannini, 14-10-2004
Un Nobel a Ulisse di Gianluca Violante, 14-10-2004
Quel terribile 56 di Massimo Bordignon, 15-10-2004

Chi vuole essere avvisato ogniqualvolta vi sono aggiornamenti del sito, può installare RSS sul suo computer oppure venire a trovarci tutti i giorni, mettendo staging.lavoce.info nella lista dei siti preferiti.

Sommario 4 ottobre 2004

Ben presentata, ma molto lontana dai 24 miliardi richiesti. La Finanziaria arrivata in questi giorni alla Camera non offre il segnale di inversione di rotta che era richiesto per modificare il comportamento dei contribuenti (spinti sin qui a pagare le tasse solo con i condoni) e per rassicurare i mercati. Incombe sulla manovra la riforma fiscale che potrebbe causare una perdita di gettito comparabile alle entrate aggiuntive legate agli studi di settore e all’inasprimento dei controlli sulla tassazione dei fabbricati. Solo affrontando contestualmente in Parlamento Finanziaria e riforma fiscale si può decidere chi ci guadagna e chi ci perde. E si può cercare di ovviare agli effetti iniqui del tetto imposto sulla spesa dei Comuni, soprattutto per quello che riguarda la spesa in conto capitale.

Si litiga sul bonus figli. Ma il fatto stesso che sia una norma incerta offre una certezza: non potrà avere alcun effetto sulla natalità.

Aggiornamenti sull’attualità:
Parmalat, il fronte delle parti civili di Lorenzo Stanghellini, 7-10-2004

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