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Categoria: Il Punto Pagina 136 di 151

Sommario 23 maggio 2005

Si riapre pericolosamente lo spread fra Btp e Bund e, con la decisione Eurostat, il rapporto fra debito pubblico e Pil torna ad aumentare dopo 10 anni.   Ci vorrebbero mani salde alla conduzione della politica economica.  Ma non c’è spazio per i tecnici in questo governo.  E non c’è controllo democratico su chi davvero decide. Inquietante. 

Le infrastrutture sono importanti per la crescita, ma meno decisive di quanto si voglia far pensare. In quanto a rete infrastrutturale, l’Italia non è messa così male come si dice. E puntare tutto sulle grandi opere fa perdere di vista le esigenze della logistica e la congestione sempre più grave delle grandi aree metropolitane, che richiedono, invece delle opere faraoniche, tante “piccole opere”, pronte per l’uso in tempi brevi. La Legge Obiettivo ha fallito nell’accelerare l’avvio e la realizzazione delle grandi opere, non ha contribuito a far maturare la cultura della valutazione economica e della responsabilità amministrativa e sta generando un consistente debito pubblico futuro. Auspicabile che nella campagna elettorale non ci sia una gara tra le due coalizioni nel promettere nuove infrastrutture.

Il Ministro Domenico Siniscalco replica all’intervento della redazione de staging.lavoce.info. Una lettera del vicepresidente del Consiglio Giulio Tremonti.

Aggiornamenti:
Troppo pessimismo intorno a un “no” , di Giancarlo Perasso, 27-05-2005
Se si perde la voglia di Europa, di Carlo Altomonte, 27-05-2005
Andare avanti, comunque, di Ettore Greco e Gian Luigi Tosato, 27-05-2005

Sommario 16 maggio 2005

Le emergenze ambientali continuano a essere messe in secondo piano. Solo il problema dei rifiuti in Campania continua a tenere banco. Ci prepariamo all’estate senza che il ricordo delle ondate di caldo di due anni fa ci abbia fatto pensare ad antidoti.  Bene riaprire il confronto sullo smog causato dal traffico urbano, sui blocchi della circolazione, targhe alterne e proposte di car-pooling.

Anche il fronte energetico è caldo. Si continua a dibattere dell’opportunità di tagliare le imposte sulla benzina quando aumenta il prezzo del petrolio per sterilizzarne gli effetti. E, con una certa regolarità, si affacciano dichiarazioni e prese di posizione a favore di un ritorno dell’Italia al nucleare.

Mentre sulle nomine RAI si procede di rinvio in rinvio, alcune lezioni interessanti dal Perù sul rapporto fra media e democrazia.

Aggiornamenti:
Quante verità sui conti pubblici?, di Tito Boeri e Giuseppe Pisauro, 18-05-2005
Autostrada, oh cara, di Giorgio Ragazzi, 19-05-2005
Quella ricchezza difficile da tassare, di Andrea Manzitti, 20-05-2005

Sommario 9 maggio 2005

Alcune delle riforme che servono a far uscire il paese dal declino non sono a costo zero. Riformare gli ammortizzatori sociali risponde alla domanda di protezione degli italiani, riduce i costi sociali del necessario cambiamento di specializzazione produttiva del paese e le iniquità del nostro sistema di welfare. Ma costa. Discutiamo strategie per finanziare una vera riforma e i suoi potenziali effetti. Tenendo conto dell’esperienza accumulata con il Reddito Minimo di Inserimento e delle ultime rilevazioni dell’Istat sulle collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co). Un’altra riforma importante è quella dei servizi per i non autosufficienti. Potrebbe essere finanziata con prelievi sulle pensioni più ricche. Sarebbe anche questo un modo per migliorare le proprietà distributive del nostro sistema di protezione sociale.

Aggiornamenti:
Un’assunzione di responsabilità, di Riccardo Faini, 13-05-2005
Al privato non si addice l’elettricità, di Carlo Scarpa, 13-05-2005

Sommario 2 maggio 2005

Non possiamo dare ad altri le colpe per la bassa crescita della nostra economia. Facciamo peggio di tutti in Europa.  E i provvedimenti sulla competitività approdano in Aula solo a fine legislatura. Persi per strada pezzi importanti, come la riforma delle professioni. Ci sono più di 1.100 emendamenti, come una legge finanziaria, quasi la metà provengono dalle fila della maggioranza e dallo stesso Governo. La conversione in legge deve avvenire, a pena di decadenza, entro il 15 maggio. Non c’è tempo per discuterne. Proviamo comunque ad offrire spunti utili per un dibattito che avrà luogo forse soprattutto al di fuori delle sedi istituzionali. Che spazio c’è per attuare riforme a costo zero? Possono, in particolare, incentivi normativi che non comportano né sussidi nè sgravi fiscali stimolare l’economia, facilitare il ricambio generazionale delle imprese italiane e incoraggiare il finanziamento di nuovi progetti imprenditoriali? Può la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi ridare slancio alla nostra economia? E perchè nessuno tiene conto del fatto che le importazioni dalla Cina vogliono dire anche costi più bassi per i nostri consumatori?

Tra una newsletter e l’altra abbiamo pubblicato un intervento sull’oscura vicenda Antonveneta-Popolare di Lodi.

Sommario 25 aprile 2005

Il nuovo governo Berlusconi ha giurato. Nel bis non c’è più il terzo taglio delle aliquote Irpef. I primi due erano stati, in ogni caso, largamente rimangiati dal fiscal drag, l’aumento delle tasse dovuto all’inflazione, soprattutto per quanto riguarda i contribuenti più poveri. Il fronte si sposta ora sull’Irap anche in previsione della bocciatura della Corte di Giustizia europea. Ma non sarà facile sostituire la terza imposta del nostro ordinamento. Bene fare di necessità virtù evitando improvvisazioni. Se si rinuncia a interventi come lo “spacchettamento”, che tolgono base imponibile all’Irap preservando le caratteristiche del tributo, è bene studiare imposte alternative che garantiscano autonomia impositiva alle regioni essendo meno sperequate sul territorio dell’Irap e della stessa Irpef.

Aggiornamenti:
Antonveneta, i paradossi di una battaglia, di Giuseppe Montesi, 28-04-2005

Sommario 18 aprile 2005

In un paese in cui si tende a non credere alle statistiche, la nomina del nuovo Presidente dell’Istat è un’occasione importante per riformare un’istituzione che deve diventare più efficiente e più indipendente al tempo stesso. Vanno sottratti alla Presidenza del consiglio i poteri di vigilanza e di nomina e vanno rafforzati i compiti e l’indipendenza della commissione di garanzia. La nuova ISTAT dovrebbe anche definire degli “indicatori chiave”, largamente condivisi, per la società italiana, da considerare come strumento fondamentale per aiutare il paese a valutare dove si trova e a capire dove vuole andare. Un maggiore accesso ai dati da parte dei ricercatori servirà a migliorare la qualità delle indagini e delle statistiche oltre che a permettere una ricerca attenta ai problemi del nostro paese.

L’Istat risponde a staging.lavoce.info con un comunicato stampa. Giovanni Barbieri, Direttore centrale per la diffusione della cultura e dell’informazione statistica dell’Istat, commenta l’articolo di Andrea Ichino; la controreplica dell’autore.

Sommario 12 aprile 2005

Il disegno di legge sulla tutela del risparmio torna al Senato e si riapre il dibattito tra le ragioni di chi controlla le imprese – e teme troppe ingerenze nella gestione – e chi si preoccupa soprattutto degli investitori di minoranza – anche limitando le possibilità della maggioranza di disporre dell’impresa come vorrebbe. Finora gli amministratori indipendenti, scelti dal management, sono stati spesso una finzione. E’ giusto che siano le minoranze a nominarli? Il dibattito è molto acceso… Anche le proposte sulla responsabilità degli amministratori e sul bilanciamento tra regolazione dei mercati e auto-regolazione degli operatori suscitano perplessità: un impianto di controlli troppo macchinoso rischia di essere del tutto inefficace. Il disegno di legge ora in discussione prevede che chi colloca i bond delle imprese se ne faccia garante insieme alle imprese stesse. Il rischio di rendere impossibile l’emissione di tali obbligazioni è sostanziale.

 

Aggiornamenti:

Come si elegge un Papa, di Riccardo Puglisi e Gianluigi Vernasca, 15-04-2005

 

Guido Fantoni, Presidente dell’Aran, commenta l’intervento di Carlo Dell’Aringa sui contratti dei dipendenti pubblici.

Sommario 5 aprile 2005

Con il voto del 3-4 aprile, gli italiani hanno eletto i governatori di 13 regioni. Ma non sappiamo ancora quali compiti avranno e su quali risorse potranno contare. E’ ora che finisca la farsa delle riforme che stabiliscono i poteri regionali solo sulla carta. I cittadini devono sapere di cosa ritenere responsabili i loro governatori e su cosa giudicare l’operato del governo nazionale. E’ una questione di democrazia.

Governo e sindacati tornano ad incontrarsi per discutere dell’interminabile contratto del pubblico impiego. Per appropriarsi di concessioni fatte in passato ai pubblici dipendenti, il Governo ha di fatto esautorato l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Autorità (Aran) di qualsiasi funzione.  E’ un’altra autorità indipendente vittima dalla politica. Rischia di rimpiasngerla perchè adesso si trova esposta in prima persona mentre i conti pubblici non consentono deroghe ai tetti fissati dalla Finanziaria.

Continua il nostro esame del pacchetto competitività che presto approderà in Parlamento. Quella del diritto fallimentare non è una vera riforma. Ma è certamente meglio che lasciare le cose come stanno.

Tra una newsletter e l’altra abbiamo pubblicato una scheda che spiega i compiti e la governance della Banca Mondiale.  L’appello per cambiare le procedure di nomina dei dirigenti delle organizzazioni internazionali ha raccolto più di 300 adesioni ed è stato ripreso, tra gli altri, dal Financial Times.

Aggiornamenti:
Un ottimismo ingiustificato, di Giuseppe Pisauro, 06-04-2005
I costi di un’alternanza annunciata, di Tito Boeri, 06-04-2005.

Sommario 30 marzo 2005

Si avvicina il voto delle regionali e si parla di tutto tranne che di ciò che fanno le regioni. Molte di queste hanno varato leggi regionali di sostegno alla spesa scolastica delle famiglie. Un sostegno efficace dovrebbe premiare il merito, sostenere famiglie a basso reddito e orientare gli studenti verso scuole di qualità, ma nessuna delle leggi regionali attualmente in vigore si ispira a questi principi. L’intervento regionale esercita piuttosto la funzione di sostenere le scuole private, aggirando il divieto costituzionale.

I dati ISTAT sugli sbocchi professionali dei laureati italiani registrano le performance occupazionali a tre anni dalla laurea. Emergono differenze significative tra le retribuzioni degli studenti provenienti dai diversi atenei, anche a parità di background familiare, talento individuale e regione di occupazione. L’indagine PISA sulle competenze degli studenti fornisce dati attendibili per il confronto dei sistemi scolastici a livello internazionale e rimedia all’assenza in paesi come il nostro di sistemi di valutazione. Non viene però utilizzata per rivedere i curricola in funzione delle competenze che gli studenti debbono acquisire e per redistribuire risorse all’interno del nostro sistema scolastico.

Aggiornamenti: Wolfowitz è stato nominato Presidente della Banca Mondiale.  Mentre continua la raccolta di firme all’appello per cambiare le procedure di selezione dei dirigenti delle organizzazioni internazionali, una scheda spiega quali sono le funzioni della Banca Mondiale e come migliorare la governance della più importante istituzione di sostegno dello sviluppo. 

Sommario 24 marzo 2005

La richiesta di introdurre misure protezionistiche nel decreto sulla competitività ha diviso la coalizione di Governo.
Per dare una risposta ai problemi delle imprese italiane sempre più in difficoltà di fronte alla concorrenza internazionale i dazi non servono. Il tessile-abbigliamento è stato protetto per quaranta anni, senza che ciò abbia consentito a buona parte del settore di diventare competitivo a livello internazionale. Servono invece misure di struttura che accrescano la flessibilità dei mercati del lavoro e del capitale e consentano alle risorse produttive di spostarsi dai settori in declino ai settori di vantaggio comparato. Il decreto per la competitività punisce le imprese che delocalizzano: una misura sbagliata e controproducente. Ancora sul Patto di stabilità e crescita: dall’ambiguità dell’accordo vantaggi per i paesi maggiori.

Aggiornamenti: anticipiamo ai nostri lettori i principali contenuti del documento Ocse sulle politiche sociali che verrà presentato questo fine settimana a Parigi ai ministri del welfare.

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