Dopo la pubblicazione del Rapporto Draghi, l’attenzione si è concentrata sugli ingenti investimenti necessari per stimolare crescita e aumenti di produttività. Ma i punti strategici centrali riguardano il diritto della concorrenza e il commercio con l’estero.
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L’acquisizione del 9 per cento nel capitale di Commerzbank da parte di Unicredit ha riacceso il dibattito sulle possibili nuove fusioni bancarie in Europa, in particolare su quelle transfrontaliere. Quale atteggiamento adotterà la Bce verso l’operazione?
Il risparmio è una grande risorsa dell’Italia. Se utilizzata bene, ridimensiona il problema del debito e crea le condizioni di un vero sviluppo. È però necessaria un’azione complessiva che favorisca crescita, occupazione, innovazione e sostenibilità.
Nei sondaggi gli anziani si mostrano preoccupati dagli effetti fiscali dell’immigrazione, anche se in genere sono positivi e contribuiscono a finanziare pensioni e sanità pubblica. A pagare il costo di politiche migratorie più restrittive sono i giovani.
Il rapporto Draghi offre una profonda analisi delle ragioni per la scarsa crescita Ue e dei rischi per il futuro. Le soluzioni proposte richiederebbero che l’Europa diventasse una vera federazione. Ma qualcosa si può iniziare a fare, almeno tra paesi volenterosi.
È semplicistico dire che intelligenza artificiale e robot sostituiranno gli umani: non tutti i lavori e non tutte le aree soffrono nello stesso modo. Una mappa delle occupazioni più a rischio delinea un quadro in cambiamento. E indica come intervenire.
Acquistare calciatori a “parametro zero” permette di ottenere successi immediati, se il manager è bravo. Ma non basta per garantire uno sviluppo strutturale della società. L’arrivo dei fondi nelle proprietà porterà forse a una maggiore cultura d’impresa.
La Lega propone di destinare automaticamente un quarto del Tfr alla previdenza integrativa. Per un modesto aumento del vitalizio, la manovra penalizzerebbe i lavoratori più fragili e le imprese, trasferendo liquidità dalle casse aziendali a quelle statali.
Per spiegare i vantaggi dell’autonomia differenziata sulla sanità, il presidente di Regione Lombardia cade sull’esempio sbagliato: una vaccinazione per neonati che le regioni non potrebbero somministrare perché non inserita nei Lea. In realtà già la fanno.
Aver creato una Zes Unica per tutto il Mezzogiorno diminuisce la reale capacità di attrarre nuovi investimenti e capitali, invece di aumentarla. Le iniziative simili che nel resto del mondo hanno avuto successo intervengono su territori molto più ristretti.