Il disegno di legge di bilancio 2025-2027 proroga per altri tre periodi d’imposta l’incentivo per le nuove assunzioni. Resta sospesa l’attuazione della legge delega per la riforma fiscale. A conti fatti, le imprese escono nel complesso penalizzate.
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Le chiamate al 1522 rappresentano una preziosa e tempestiva fonte di dati sulla violenza contro le donne, con informazioni che arrivano direttamente dai cittadini. L’Istat li ha raccolti in un report che traccia un quadro della parte sommersa del fenomeno.
L’accesso all’aborto, un diritto sancito dalla legge 194, non è uguale in tutto il paese. Le differenze tra Nord e Sud sono profonde. Nelle zone dove l’obiezione di coscienza è più alta, le donne sono costrette a spostarsi in altre regioni o province.
I centri antiviolenza sono cruciali per permettere alle donne di uscire da situazioni di violenza. Il loro numero è basso in tutta Italia e con profonde differenze territoriali. Mancano nelle aree dove le norme di genere tradizionali sono più persistenti.
Il clima per le donne che agiscono in politica è ostile. La probabilità che una sindaca subisca violenze o intimidazioni è tripla rispetto a quella di un sindaco. Le scelte politiche c’entrano poco. Si tratta invece di una diffusa discriminazione di genere.
La riduzione del rapporto debito-Pil nel 2023 non è frutto di un cambiamento di regime nella gestione della finanza pubblica, ma di fattori congiunturali che difficilmente si ripeteranno. Realizzare le riforme strutturali resta ancora cruciale.
Molti comuni, specie tra quelli che più ne avevano bisogno, hanno rinunciato alle opportunità di compensare i ritardi accumulati e migliorare i propri servizi offerte dal Pnrr. Il motivo è il timore di non poter far fronte alle spese di gestione dei progetti.
La transizione della televisione lineare verso l’online è ormai realtà negli Stati Uniti. In Europa la situazione varia da paese a paese. Se nel Regno Unito il processo è ben avviato, in Spagna e soprattutto in Italia resta centrale la tv tradizionale.
La decisione della Consulta impone una revisione radicale dell’architettura della legge sulla autonomia differenziata. I rilievi toccano punti cruciali: dall’impossibilità di devolvere intere materie, alla questione dei Lep, al ruolo del Parlamento.
I rilievi della Corte costituzionale sulla legge per l’autonomia differenziata segnalano i vizi di una interpretazione del regionalismo che mette al centro rivendicazioni prive di solidi ancoraggi. Bisogna tornare al modello di sussidiarietà.