Licenziamento dei fannulloni in 48 ore, trasparenza amministrativa, cambio delle regole della conferenza dei servizi, taglio delle società partecipate e dei Cda, accorpamento della Forestale nei Carabinieri: i nuovi decreti sulla Pa più che una vera riforma sono correttivi necessari.
Categoria: Stato e istituzioni Pagina 46 di 89
Finalmente il Parlamento ha eletto i tre nuovi giudici costituzionali: uno studioso di diritto del lavoro e due noti costituzionalisti. Quale contributo porteranno nella giurisprudenza della Corte? Senza dimenticare che le decisioni sono comunque collegiali, si possono fare alcune previsioni.
La mancanza di trasparenza dei dati e di accuratezza nelle proiezioni di finanza pubblica ha giocato un ruolo importante nell’aumento del deficit e del debito nei paesi europei. Per questo sono nate le istituzioni fiscali indipendenti. Ma quali sono le caratteristiche che le rendono efficaci?
La commissione Bilancio della Camera ha deliberato il raddoppio degli incentivi economici a favore dei processi di fusione tra comuni: sono ora il 40 per cento dei trasferimenti erariali ricevuti da ciascun ente nel 2010. Vincolare le erogazioni ai risultati per far decollare le aggregazioni.
Molti le considerano il meccanismo ideale per selezionare i candidati alle elezioni generali e locali, ma le primarie non “sconfiggono” il ceto politico professionale. Tentano semmai di rinvigorire l’immagine dei partiti, da tempo logorata in tutta Europa. Partiti e regole standard per utilizzarle.
L’Enit riparte con un nuovo statuto e un consiglio di amministrazione composto da tecnici. Ha compiti più ampi rispetto al passato e anche risorse adeguate per realizzarli. L’auspicio è che riesca a farlo in modo efficace. La sorprendente relazione tra risorse spese e risultati ottenuti.
Le amministrazioni pubbliche possono attribuire incarichi a tempo determinato a esterni di comprovata esperienza. Non di rado però li affidano a loro stessi funzionari, senza concorso o verifica delle competenze. Nasce così il caso dei dirigenti delle agenzie fiscali. Pessime prassi e norme ad hoc.
Come mai si parla improvvisamente di un buco di 20 miliardi nei bilanci delle regioni e di ben 5,8 nel bilancio del Piemonte? E che c’entra tutto questo con il dibattito sulla legge finanziaria? La ricostruzione della vicenda, il pasticcio contabile e due domande importanti. Che attendono risposta.
La legge di stabilità prevede che per gli acquisti di molti beni e servizi di uso corrente le amministrazioni pubbliche debbano passare attraverso la Consip o le nuove centrali di acquisto regionali. È un grave errore perché non produrrà risparmi, mentre danneggerà le piccole imprese fornitrici.
Fin dall’inizio, la scelta più razionale sarebbe stata attribuire direttamente alle regioni le funzioni delle province, affidando loro anche il compito di razionalizzare la spesa connessa. Ora sembra che anche parlamento e governo, pur con grave ritardo, siano orientati ad abbracciare questa idea.