Dopo le dimissioni del governo Renzi, si affaccia l’ipotesi di elezioni immediate. Ma se si votasse subito, lo faremmo con leggi elettorali differenti per Camera e Senato, che danno risultati diversi e prima del voto richiedono ai partiti strategie opposte. Attesa per la decisione della Consulta.
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Anche sul referendum costituzionale i sondaggi non hanno azzeccato il risultato. Questa volta è stata la distanza tra “no” e “sì” a essere sottostimata. Le ragioni sono molte: le non risposte e la massa notevole di indecisi, certo. Ma anche alcune rilevanti leggerezze nella selezione dei campioni.
Il dibattito sul referendum del 4 dicembre è andato, nel paese, molto al di là dei contenuti della riforma istituzionale. Su staging.lavoce.info abbiamo cercato di esporre analisi documentate utili per esprimere un voto ragionato. Abbiamo raccolto in un Dossier gli interventi pubblicati e alcuni inediti.
Dopo Brexit e presidenziali americane, anche i sondaggi sul referendum del 4 dicembre si riveleranno sbagliati? Nel nostro caso il problema è se il campione osservato sia o meno una buona rappresentazione di chi voterà. Perché i non rispondenti sono tanti. E ciò aumenta l’incertezza dei risultati.
Le risposte ad alcuni commenti dei lettori sui risparmi dalla riforma costituzionale e i motivi per le differenze dalle altre stime circolanti. Conclusione: i risparmi sono inferiori a quanto avevo precedentemente calcolato: un massimo di 130 milioni contro 161.
All’Italia servono governi più stabili? Forse sì, se si considera che il nostro è il paese con più crisi di governo dal 1970 a oggi. Un primato mantenuto anche nella seconda repubblica. La riforma costituzionale non è perfetta, ma cerca di risolvere problemi dovuti all’instabilità del passato.
La Consulta ha bloccato le parti della legge Madia che prevedono solo un parere non vincolante delle regioni su materie a potestà concorrente. Tutto parte dalla delega scritta male e dal non aver cercato correttivi prima della sentenza. Il problema è antico e la nuova Costituzione non l’affronta.
Con la riforma costituzionale i costi della politica si abbasseranno di poco o in misura più consistente? Se si tengono in considerazione tutti i fattori in gioco, le stime si avvicinano ai numeri del governo. Perché è necessaria e quanto incide la decostituzionalizzazione delle province.
Nella riforma costituzionale cambia il rapporto Stato-regioni, con una separazione più netta di competenze. Ne deriva un assetto istituzionale più razionale ed efficiente. Per le regioni a statuto ordinario c’è la possibilità di ottenere maggiore autonomia. A patto di avere i conti in ordine.
La riforma costituzionale prevede che la revisione del Titolo V si applichi alle regioni a statuto speciale solo dopo una specifica modifica dei loro statuti. Lo stato riconosce così agli enti territoriali autonomi un ingiustificato potere di veto. Possibili conseguenze sulla politica finanziaria.