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Categoria: Imprese

L’AZIONISTA E IL MANAGER DALLO STIPENDIO D’ORO *

Perché si discute tanto degli stipendi degli amministratori? Secondo i critici, stock option e altre forme di remunerazione sono un veicolo di espropriazione degli azionisti e indirizzano la gestione aziendale verso obiettivi di breve periodo. Ma una volta rimossi gli ostacoli legali alla vigilanza degli azionisti, è anche necessaria una loro maggiore partecipazione al voto in assemblea. E in Europa si guarda ancora con sospetto al passaggio da una gestione volta a tutelare gli interessi di tutti gli stakeholder a una più indirizzata a garantire dividendi agli azionisti.

TROPPA CONFUSIONE SUI LAVORATORI AZIONISTI

Dare rappresentanza ai lavoratori nel governo dell’impresa è utile soprattutto se si guarda al loro interesse a conoscere e controllare la gestione, ad esempio attraverso la possibilità di nomina di membri del collegio sindacale. La partecipazione finanziaria dei lavoratori, invece, può portare a confusione dei ruoli. Un contributo potrebbe invece derivare dal rafforzamento delle forme di investimento collettivo. E’ questo uno dei tanti aspetti del tema “Mercato e democrazia”, titolo del Festival dell’Economia che si tiene a Trento dal 29 maggio prossimo al 2 giugno.

INDIPENDENTI NEL CDA? SI’, MA SUL SERIO

La Consob ha diffuso un documento di consultazione sulle operazioni con parti correlate che coinvolgono le società aperte. La novità più interessante è la centralità attribuita agli amministratori indipendenti, ai quali è affidata la responsabilità di seguire le trattative e svolgere l’istruttoria per operazioni che rientrano entro certe soglie di rilevanza. Si dovrebbero attenuare anche i costi di agenzia e le asimmetrie informative. Tuttavia, i vantaggi della nuova regolamentazione dipendono dalla effettiva indipendenza, non solo formale, degli amministratori disinteressati.

SANZIONE SOCIALE PER VINCERE LA CRISI DI FIDUCIA

Il 2007 ci ha dato una misura dei danni causati dalla scarsa trasparenza nel funzionamento dei mercati finanziari, nella gestione delle banche e nella governance delle imprese. Migliorare l’informazione su questi temi è una delle nostre ragioni d’essere. Cercheremo di aumentare la consapevolezza e, dunque, la sanzione sociale di comportamenti poco trasparenti e inadeguati. Attraverso un progetto che ci permetta di monitorare gli strumenti finanziari proposti dalle banche a una clientela spesso ignara dei rischi che comportano e segnalando casi di amministratori che violino requisiti di competenza e onestà. Ma abbiamo bisogno dell’aiuto dei lettori.

E LA BANCA PRENDE IL VOLO

E’ passato un anno dall’avvio ufficiale della procedura di privatizzazione di Alitalia. Siamo ora al momento della scelta fra i tre unici candidati. Ma i dodici mesi sono serviti a far desistere otto potenziali offerenti e sono costati altre centinaia di milioni di euro ai contribuenti. Rischiamo ora nuove spiacevoli sorprese se dovesse vincere la cordata Air One-Banca Intesa. Intanto, le banche restano saldamente protagoniste di una sorta di politica industriale in nome e per conto di governi centrali e locali che non sanno come farla o dicono di non volerla fare.

NEBBIA IN VETTA A TELECOM

Riproponiamo la lettera aperta che il presidente di Assogestioni ha inviato al presidente di Telecom Italia e al presidente di Telco per chiedere maggiori chiarimenti sulle nomina dei vertici Telecom e diffusa dal Corriere della Sera.

AMMINISTRATORI IN CONDOMINIO *

Nel periodo 1998-2006 la grande maggioranza delle società quotate italiane è stata collegata in un’unica rete attraverso una piccola minoranza di amministratori. Un gruppo, questo, che mostra grande stabilità nel tempo e con componenti che spesso appartengono alle stesse famiglie. Assai alto il grado di connettività per le blue chips e in particolare per quasi tutte le principali società bancarie e finanziarie. Negli ultimi anni tende a ridursi il numero dei collegamenti, ma non delle società coinvolte, con una maggiore centralità di Mediobanca. E la concorrenza?

NUOVE REGOLE PER IL GOVERNO DELLE BANCHE

Le disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche prospettate dalla Banca d’Italia, perseguono il lodevole obiettivo di portare chiarezza in un ordinamento societario che favorisce, invece, la confusione dei ruoli e delle responsabilità fra i vari organi della società. Tuttavia, sono costrette a suggerire soluzioni di dubbia efficacia non solo nel sistema monistico, ma anche nel dualistico qualora si attribuiscano al consiglio di sorveglianza poteri di indirizzo.

Come migliorare la governance economica

Necessario rendere il Patto di stabilità allo stesso tempo “più flessibile e più rigoroso”. Lo si può fare con qualche modifica istituzionale che permetta di creare istituti nazionali indipendenti per il controllo delle politiche fiscali, un Ecofin dell’area euro e la nascita di fondi volontari, cui attingere nei periodi di scarsa crescita. E per i paesi con basso debito potrebbe essere prevista qualche deroga al limite del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil. Il ruolo di controllo sarebbe poi affidato a una rete composta da Commissione europea e autorità nazionali indipendenti.

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