Dalla legge di bilancio 2019 non emerge un disegno coerente di politica industriale. I soldi destinati al sistema industriale sono pochi e saranno distribuiti con strumenti discrezionali. Rinnovata invece la “nuova Sabatini”, una misura obsoleta.
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Pur restando in attesa della norma definitiva, la legge di bilancio sembra voler abolire un apprezzato sistema di tassazione delle imprese coerente, neutrale e favorevole alla crescita. A sostituirlo sarà una detassazione degli utili macchinosa e complessa.
Il divieto di apertura domenicale dei negozi favorisce i piccoli commercianti e una parte dei lavoratori. Danneggia però i consumatori, che sono una platea molto più vasta. Il governo dovrebbe perciò considerare le conseguenze sul benessere collettivo.
Nel 2017 sono aumentati fatturati, ricavi e redditività lorda delle imprese italiane. Si sono ridotti i debiti finanziari ed è cresciuto il capitale proprio. Però gli effetti di una nuova crisi finanziaria su investimenti e occupazione sarebbero pesanti.
Se non vuole ritrovarsi nel classico vicolo cieco, il governo deve scegliere nuove strade per Alitalia. Puntando al riequilibrio economico attraverso un piano d’impresa che aggiusti un modello di business che non funziona, per farlo divenire sostenibile.
L’interesse dell’Italia è avere collegamenti aerei diretti di lungo raggio, senza passare da hub di nazioni nostre concorrenti sui mercati internazionali. Su questo dovrebbero concentrarsi Alitalia e il governo nella ricerca del partner “ideale”.
La “filosofia Marchionne” ha dato risultati evidenti in Fiat: era un’impresa sull’orlo del fallimento, è ora una solida multinazionale. L’Italia invece l’ha vista come una minaccia e l’ha rigettata. Ma così non si vincono le sfide della globalizzazione.
Non occorre ridiscutere gli accordi di Basilea sui rating. Per dare credito alle piccole aziende c’è una soluzione: intervenire sulla formula che misura la risposta del portafoglio prestiti della banca a fattori di rischio non eliminabili con la diversificazione.
Cosa frena lo sviluppo dell’economia italiana? Tra le tante cause, ce n’è una spesso sottovalutata: l’alta evasione fiscale. Il suo effetto principale è sulla dimensione delle aziende. Perché restare piccoli può essere più conveniente che innovare.
Una maggiore protezione dell’impiego dovrebbe favorire relazioni di lungo periodo e quindi l’investimento in formazione. Ma potrebbe anche indurre le imprese a utilizzare di più i contratti a termine, riducendo l’interesse a formare la forza lavoro.