Il Dpef presenta un quadro realistico della situazione economica del Paese perché non nasconde il peggioramento strutturale dei conti pubblici, ma mostra lassenza di una politica economica da parte del governo. Si comprende che ci saranno nuove una tantum, sia nella manovra finanziaria per il 2005, che in quella per lanno successivo. Dal nuovo ministro delleconomia chiediamo un impegno chiaro: queste una tantum non devono includere altri condoni.
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Gli amministratori nominati dalla proprietà non possono essere realmente indipendenti. Pubblicizzarli come un elemento di qualità delle società è quantomeno ipocrita. I criteri previsti dal Codice di autodisciplina perché un soggetto possa essere definito indipendente sono decisamente vaghi, ma nomine recenti dimostrano che sono comunque violati. Per tutelare davvero i piccoli azionisti, dovrebbero essere le minoranze a indicare i consiglieri indipendenti, se non il presidente del collegio sindacale.
Il Governo Berlusconi era partito come governo liberalizzatore, volto ad alleggerire la presenza pubblica nelleconomia e a lasciare spazio agli investimenti privati. Ma lunica vera privatizzazione del triennio è la vendita dellEti, il monopolio tabacchi. Per il resto, solo cessioni di quote marginali o privatizzazioni allitaliana, ovvero con una presenza pubblica dominante in imprese nominalmente privatizzate da diversi anni. Una contraddizione ha paralizzato lazione di Tremonti: liberalizzare il sistema industriale, ma anche mantenerne il controllo.
Anche se i suoi sostenitori sembrano diminuire di giorno in giorno, il disegno di legge per la tutela del risparmio resta necessario e urgente e deve affrontare correttamente tre questioni per raggiungere i suoi obiettivi: equilibrio negli interventi per rimediare ai fallimenti del sistema dei controlli, riordino delle funzioni di vigilanza sui mercati per linee funzionali, indipendenza delle autorità preposte ai controlli. Un comitato ristretto per redigere rapidamente una versione finale sarebbe garanzia di solidità e qualità giuridica in materie così delicate
Anche se il prezzo è stato altissimo, la lezione di Parmalat sembra essere servita a far progredire il diritto della crisi d’impresa, che fino a pochi mesi fa si basava su concetti antiquati, e oggi può invece avvalersi di regole innovative. Hanno permesso al gruppo di Collecchio di presentare un piano che prevede la vendita del gruppo ai suoi creditori e la quotazione in Borsa della nuova società. Non è un caso facilmente ripetibile, ma è senzaltro il punto da cui muovere per la riscrittura di una legge fallimentare generale.
La campagna pubblicitaria per la sottoscrizione di azioni di imprese in via di “privatizzazione” dovrebbe durare al massimo sessanta giorni, secondo i dettami di Testo unico della finanza e regolamento Consob. Per evitare che una comunicazione pubblicitaria troppo prolungata possa ripercuotersi sullautonomia delle scelte dinvestimento dei potenziali sottoscrittori. Ma è una norma troppo spesso aggirata, senza nessun intervento censorio di chi è chiamato a controllare. Ed è discutibile anche lutilizzo dello stesso temine “privatizzazione”.
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Le forme in cui la Banca dItalia rende conto del proprio operato sono fondamentalmente basate su esposizioni unilaterali. Norme e tradizioni seguite finora hanno una giustificazione storica, ma non sembrano più adeguate alla attuale realtà economica e politica. E’ ora di adottare assetti istituzionali più vicini a quelli degli altri paesi per laccountability, ma anche per i meccanismi di nomina e funzionamento della Banca. Loccasione per farlo è il disegno di legge sulla tutela del risparmio.
Il Governo italiano torna sui suoi passi sulla disciplina delle false comunicazioni sociali. La normativa ora in vigore prevede infatti che non sia comunque punibile una sopravvalutazione o una sottovalutazione dellutile lordo di esercizio di unimpresa se di importo inferiore al 5 per cento. Ma così si introduce un rischio aggiuntivo per i potenziali investitori. Per compensarlo, questi richiedono un rendimento maggiore per i capitali impiegati. E in un’economia aperta, gli investimenti possono anche dirigersi su imprese di altri paesi.
Un grande istituto bancario italiano si impegna a offrire finanziamenti a lungo termine senza garanzia agli imprenditori disposti ad aumentare il capitale delle loro imprese. Se il rischio di declino delleconomia italiana è dovuto anche alle piccole dimensioni delle aziende e alla loro struttura proprietaria cristallizzata nella famiglia del fondatore, questa ridefinizione dei rapporti fra banca e impresa può essere una prima risposta. Suffragata inoltre dalla teoria economica.