Lavoce.info

Categoria: Banche e finanza Pagina 106 di 115

Parlamento, Presidenza della Repubblica e Banca d’Italia

Banca d’Italia va riformata, per cambiare governance e Governatore. In un paese normale, lo si farebbe subito. Da noi si temporeggia. La riforma dovrebbe prevedere il mandato a termine, istituire un ristretto board che renda collegiali le decisioni in materia di vigilanza, risolvere la questione della struttura proprietaria, dettare norme transitorie per il passaggio al nuovo regime. Basterebbe un decreto legge. Ma la nostra classe politica, per interesse o debolezza, preferisce non intervenire. Con il rischio di pericolose supplenze giudiziarie.

Le cooperative e la finanza

L’accesso alle attività nel mercato finanziario non snatura le imprese cooperative. E infatti vi operano già da decenni. La loro peculiarità si fonda piuttosto sulla democraticità interna, sulla trasparenza, sulla centralità e il coinvolgimento dei soci. Il vero problema è allora la scarsa contendibilità delle cooperative. Che devono perciò sopportare gli inevitabili costi di un passaggio a regole di governance “democratica” se non vogliono correre il rischio di essere condannate a rimanere piccole da retorici richiami ai principi mutualistici.

La morale della storia *

Il finale dell’affaire Antonveneta è ancora incerto. Ma i documenti mostrano che il richiamo al principio di italianità è un luogo comune che nasconde interessi particolari. Il rispetto delle regole dimostrato dai contendenti nullo. E sorprendenti le analogie con altre scalate del 2005. Quanto agli arbitri, Consob ha agito prontamente, mentre il Governatore della Bamca d’Italia ha autorizzato Bpl ad assumere il controllo di Antonveneta con procedure anomale, arrecando un grave danno alla credibilità esterna della Banca e al suo funzionamento interno.

La via dell’autoriforma è obbligatoria?

I vincoli comunitari tutelano l’autonomia e l’indipendenza delle Banche Centrali degli stati membri, ma non impongono la strada dell’autoriforma. Un parere della BCE del 2004 contiene importanti indicazioni sul mandato a termine, il periodo transitorio e sulle regole di trasparenza e accountability.

Le regole violate

Le polemiche di questi giorni sui protagonisti della scalata ad Antonveneta sembrano sempre più improntate (anche da parte dell’opposizione) a criticare le intercettazioni telefoniche e la diffusione dei loro contenuti. La seconda carica del Paese ha addirittura affermato che non rinveniva in esse elementi di carattere penale o deontologico. Il punto non è affatto questo: le intercettazioni sono solo la forma colorita di una sostanza grave, già emersa negli atti di accertamento Consob e nel decreto di sequestro delle azioni. Questi documenti dimostrano che la scalata è avvenuta violando tutte le regole possibili di funzionamento del mercato finanziario e bancario e che il Governatore della Banca d’Italia ha avallato e sostenuto violazioni così gravi.

Il governatore, l’Italia e le banche

Nella vicenda Banca d’Italia il Governo sta a guardare, dando l’impressione di non poter far nulla. E’ un atteggiamento irresponsabile che rischia di dilapidare il grande capitale di competenze e credibilità che rimane nella Banca d’Italia. E’ necessario, invece, che il Governo intervenga su tre aspetti: durata del mandato, collegialità delle decisioni e competenze della Banca. Questi problemi devono essere affrontati prima di una eventuale nomina di un nuovo Governatore. Non è necessario inventare nulla di nuovo: basta applicare le regole già previste per la Banca centrale europea.

Il tempo delle regole

Le regole sulle competenze, la governance e la durata dei mandati di Banca d’Italia andavano modificate da tempo, come proposto su staging.lavoce.info anche quando ridimensionare i poteri di Banca d’Italia o criticare il Governatore era considerato da molti economisti quasi un tradimento.  Riproponiamo ai nostri lettori alcuni degli interventi apparsi su questo tema.

La pelle d’oca e i mercati

Mentre la mania per le OPA e le scalate sembra ormai inarrestabile, gli avvenimenti degli ultimi giorni proiettano pesanti ombre sull’operato e la credibilità della Banca d’Italia. Il tutto avviene mentre sono in corso operazioni che richiedono investimenti e finanziamenti per miliardi di euro che stanno creando posizioni fortemente rischiose a fronte delle quali paradossalmente ci sono basse probabilità di guadagno.

Semplice è meglio

La complessità dei prodotti non solo aggiunge costi non necessari, ma agisce anche come potente disincentivo al risparmio previdenziale. Semplificare il sistema contribuisce a una maggiore trasparenza e aiuta a chiudere un gap pensionistico sempre più preoccupante. Il problema investe paesi che da più tempo di noi hanno dato vita a un sistema di previdenza complementare. Se gli intermediari italiani pensano di poter riproporre le tipologie di prodotto e i livelli di commissioni del passato, il mercato non decollerà e per molti il futuro da pensionato sarà nero.

La direttiva che non svela segreti

Dal 1° luglio le banche e gli altri intermediari finanziari che operano in Italia e in ventuno altri paesi dell’Unione hanno l’obbligo di comunicare periodicamente all’Agenzia delle entrate il pagamento di interessi a favore di persone fisiche residenti in altri Stati membri Ue. Lo impone la direttiva sul risparmio. L’onere di adeguamento delle procedure è pesante. E in cambio ne ricaveremo solo un passaggio di informazioni inutili fra Stati. L’evasione fiscale infatti non ne soffrirà minimamente, perché i “paradisi fiscali” possono continuare a essere tali.

Pagina 106 di 115

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén