La politica monetaria europea dovrebbe essere decisa a prescindere dagli interessi dei singoli Stati. Per garantire neutralità e indipendenza delle scelte, è necessario un ripensamento complessivo dell’Eurosistema. Un passo difficile, ma indispensabile per mettere l’euro al riparo da crisi future.
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Il nuovo meccanismo Esm pone condizioni molto dure alla banca che richiede il suo intervento e allo Stato membro in cui ha sede. Per questo la richiesta d’aiuto sarà rinviata il più possibile, aumentando i costi dell’operazione. Un atteggiamento che difficilmente riporterà la fiducia nei mercati.
Il piano europeo per il sostegno al lavoro giovanile ha assegnato all’Italia all’incirca 1,5 miliardi. Intanto è da vedere se i finanziamenti arriveranno tutti in breve tempo o se saranno spalmati sui sette anni di durata del progetto. Ma la questione più spinosa riguarda il destino delle province.
La Bank Recovery and Resolution Directive cerca di delineare un quadro comune per disciplinare le crisi delle banche. Ed è il tassello che mancava all’unione bancaria. Sicuramente è un ingranaggio complesso e non mancheranno ostacoli al suo funzionamento. Ma difficilmente si potrà tornare indietro.
I recenti vertici europei hanno fatto qualche passo avanti verso l’unione bancaria. L’Europa sembra in grado di mettere in comune le regole e i controlli, ma non le risorse. Così il circolo vizioso banca-Stato è destinato a rimanere. Il ruolo dell’Esm e la supervisione della Bce.
Per uscire dalla recessione servirebbero una robusta svalutazione del tasso di cambio, una politica monetaria ben più espansiva di quella sinora realizzata dalla Bce e una politica fiscale adeguata, accompagnata da una forte monetizzazione del debito. Da attuare però insieme ai partner europei.
L’Unione Europea ha lanciato un programma per garantire ai giovani senza lavoro un percorso personalizzato che dia loro effettive possibilità di trovarne uno. Un ruolo fondamentale è affidato ai servizi per l’impiego. Quelli italiani saranno capaci di riformarsi? La questione dei costi.
Lo Small business act adottato dall’Unione Europea vuole valorizzare le imprese di micro, piccole e medie dimensioni. Il suo recepimento in Italia ha permesso di varare una serie di misure per rendere più competitive le Mpmi, soprattutto in tempo di crisi. Peccato che le aziende non lo sappiano.
Si continua a parlare di tassi d’interesse negativi sui depositi delle banche presso la Bce. Ma sarebbe una misura inutile, se non addirittura controproducente. Non porterebbe a un aumento dei prestiti alle imprese, mentre potrebbe farne crescere il costo. Il progetto dell’unione bancaria.
All’Italia serve un immediato rilancio della domanda per evitare il collasso e riacquistare la fiducia. Si può ricorrere ai meccanismi di emergenza dell’euro per finanziare nuova spesa con nuova moneta, senza creare debito. La strada è alquanto eterodossa, ma altri paesi l’hanno già intrapresa.