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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 55 di 85

UN DECRETO TROPPO EVASIVO

Giusto in tempo per le elezioni regionali, è stato varato il decreto incentivi di cui si parlava da mesi. Si tratta di 420 milioni in totale, ma 150 milioni rappresentano un diverso utilizzo di fondi già stanziati. I nuovi 270 milioni dovrebbero arrivare da norme antievasione. Entrate, dunque, incerte per loro natura. Il decreto è poi una somma di microinterventi, distribuiti a vari settori, che difficilmente solleciteranno nuova domanda. Nel complesso, un decreto senza personalità, poco utile sul piano economico, con costi di attuazione da non sottovalutare.

DOVE VANNO GLI INCENTIVI

Alla fine il governo ha varato il decreto incentivi di sostegno ai consumi. Era ora. Si tratta di 300 milioni di veri e propri incentivi temporanei all’acquisto di una varietà di beni di consumo durevole e di 120 milioni di sgravi fiscali per la cantieristica e per il settore tessile. Nella sua attuale formulazione, però, il provvedimento mette in campo poche risorse, dura troppo e assegna i fondi con criteri poco trasparenti. Ma non è troppo tardi per rimediare.

QUANDO GLI INCENTIVI BATTONO I FAVORITISMI

Quali sono gli effetti del favoritismo e della corruzione sull’andamento economico? Uno studio mostra che le connessioni sociali hanno conseguenze complessivamente negative sul funzionamento dell’impresa quando i manager sono pagati con un importo fisso, mentre ciò non accade quando si aggiunge un premio di risultato. Una questione di incentivi. Per questo la presenza generalizzata del fenomeno induce individui e imprese a investire tempo e denaro nella ricerca di connessioni, agganci, piuttosto che a migliorare il proprio grado di efficienza.

I DOVERI DI FIAT E QUELLI DELLO STATO

La vicenda Fiat rappresenta una cartina di tornasole della capacità del paese di mantenere sul territorio italiano il quartier generale, e una parte sostanziale della produzione, di una multinazionale nata e cresciuta in Italia. Se invece di lavorare a un progetto di ampio respiro si continuerà a invocare la responsabilità sociale e ad addossare alle imprese oneri che sono di competenza dello Stato, senza neppure fornire una controparte infrastrutturale e istituzionale adeguata, a quella di Termini seguiranno altre chiusure.

IL MISTERO VIAGGIA IN AUTOSTRADA

Aumenti di un certo rilievo dei pedaggi delle autostrade Torino-Milano e Torino-Savona nel biennio 2009-2010. Le ragioni restano misteriose perché convenzioni e piani finanziari sono secretati. Dai bilanci delle due società si può però dedurre che remunerano investimenti ultimati con enormi ritardi, sulla scorta dei quali erano già state prorogate le concessioni. Più in generale, in Italia le concessionarie corrono ben pochi rischi: gli investimenti sono infatti approvati dall’Anas che ne garantisce la redditività con aumenti di tariffa preconcordati.

QUEI PRINCIPI CADUTI SULLO SCUDO

Lo scudo fiscale solleva dubbi di costituzionalità perché viola il criterio del giusto riparto dei carichi pubblici espresso dall’eguale contribuzione di tutti i soggetti. E la sanzione prevista è molto inferiore rispetto alle aliquote ordinarie, senza collegamento con queste. Ma la misura contrasta anche con un principio cardine della Comunità europea: introducendo un trattamento di favore per chi ha evaso l’imposta, altera le condizioni di concorrenza.

QUELLE IMPRESE CHE REAGISCONO ALLA RECESSIONE

La grande recessione mondiale, che ha determinato una contrazione violenta dei flussi commerciali e della produzione, anche per l’Italia è la più seria dal dopoguerra. L’analisi dei microdati raccolti dalla Banca d’Italia rivela che la crisi ha colpito prima di tutto i comparti manifatturieri più propensi all’esportazione e i produttori di beni strumentali, creando particolari difficoltà alle imprese più piccole. Ma chi nella prima parte del decennio aveva realizzato profonde ristrutturazioni ha saputo arginare meglio gli effetti negativi della crisi.

LA CRISI DEL PROTEZIONISMO

Il ricorso al protezionismo era una delle possibili conseguenze negative della crisi. Denunciato non solo dagli economisti, ma temuto anche dall’Omc, che ha avviato un monitoraggio degli interventi restrittivi del commercio approvati dai diversi paesi. Oggi i dati sembrano indicare che il numero delle misure protezionistiche messe in atto è limitato ed è in ogni caso in diminuzione. Ma l’innalzamento di barriere commerciali potrebbe tornare d’attualità, soprattutto se la disoccupazione dovesse continuare a crescere.

I NUMERI MAGICI DELL’APPALTO ALLA SICILIANA

In Sicilia la maggior parte degli appalti di opere pubbliche al di sotto della soglia comunitaria è oggi assegnata per sorteggio. Perché le tante imprese che partecipano alle gare presentano offerte al ribasso identiche, persino nelle quattro cifre dopo la virgola. Ma gli imprenditori negano le accuse di aver formato un cartello e gli esperti spiegano tutto con il meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria. Resta comunque da sottolineare l’anomalia della mancata pubblicità rispetto alle modalità del sorteggio.

UN TRENO CHIAMATO DESIDERIO

Riuscirà la neonata compagnia ferroviaria che riunisce Trenitalia e Ferrovie Nord Milano, a superare la scarsa qualità di servizi su rotaia della Lombardia? In realtà manca un piano industriale e un’articolazione del modello di gestione dei servizi capace di captare le esigenze di trasporto della clientela. Poco chiari anche i modelli di organizzazione contrattuale delle due aziende madri. Meglio sarebbe stata ma una vera programmazione dei servizi da parte della Regione, che ha tutte le competenze per ottenere un’offerta migliore e a costi più bassi.

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