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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 44 di 85

UN CANTIERE APERTO

Le liberalizzazioni nel settore dei trasporti sono ancora un cantiere aperto: il governo vi si sta applicando con crescente intensità. Dopo l’articolo 37 del decreto salva-Italia, adesso è il turno dell’articolo 36 e di vari punti degli articoli 26 e 27 dedicati ai servizi pubblici locali. I servizi ferroviari regionali tornano tra quelli assegnati tramite procedure di gara. E si inverte una tendenza anti-concorrenziale più volte denunciata dall’Antitrust. Sempre più centrale appare il ruolo della nuova Autorità dei trasporti. A questo punto va istituita in fretta.

LIBERALIZZAZIONI: TRE ERRORI DA EVITARE

Il decreto del governo in tema di liberalizzazioni coinvolge un insieme molto ampio di settori e attività. Con alcune tematiche trasversali. Bisogna resistere all’impulso di fornire stime immediate sui benefici attesi dai provvedimenti. Da evitare anche un approccio quasi contabile alla quantificazione degli effetti, che ignora come lo sviluppo della concorrenza operi sull’intera catena produttiva. La maggior flessibilità in settori fino a ieri protetti richiede ammortizzatori sociali calibrati sulle loro caratteristiche e interventi capaci di accompagnarne la riqualificazione.

SERVIREBBE PIÙ ENERGIA

Sui temi energetici, carburanti inclusi, i provvedimenti di liberalizzazione del governo sembrano andare nella direzione giusta, fermandosi però a metà strada. La separazione tra Eni e Snam Rete Gas, che avrebbe finalmente posto al centro del sistema gas nazionale un soggetto indipendente e neutrale, verrà definito solo nei prossimi sei mesi. Bene la misura che svincola i gestori-proprietari degli impianti di carburante da clausole di esclusiva nell’approvvigionamento. Ma un vero cambiamento epocale si avrebbe se si imponesse a Eni di cedere la sua rete di distribuzione.

ALCUNE INFORMAZIONI PER CAPIRE MEGLIO GLI EFFETTI DELLE LIBERALIZZAZIONI

Il decreto di liberalizzazioni approvato dal Governo Monti è riuscito ad aprire settori della nostra economia finora difficili da toccare. Tra i motivi del ritardo con cui l’Italia vara queste norme c’è stata senza dubbio la consistente presenza di rappresentanti delle professioni tra le sedie del Parlamento: in Camera e Senato abbiamo 341 tra avvocati, giornalisti, medici, ingegneri, commercialisti, architetti, notai e farmacisti. Si tratta del 36% dei nostri parlamentari, che saranno presto chiamati a sostenere un decreto che li riguarda personalmente, ma che soprattutto interviene su attività che contribuiscono al Pil fino al 22%.

Le liberalizzazioni favoriranno la crescita, come dimostrato da numerosi studi. Proponiamo alcune letture riguardo la struttura di mercato e le performance del commercio al dettaglio. È stato dimostrato, sia nel caso della Francia che in quello dell’Italia, che restrizioni all’entrata per i grandi negozi non sembrano aiutare i piccoli commercianti, dal momento che le grandi catene di vendita al dettaglio rispondono alle restrizioni aprendo negozi di minori dimensioni, creando condizioni concorrenziali difficili da sostenere; inoltre, un’eccessiva regolamentazione fa diminuire la crescita occupazionale. Altri studi dimostrano come, nel caso inglese, le regolamentazioni restrittive all’ingresso riducano il numero di grandi supermercati e causino un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, con conseguente perdita di benessere per i consumatori.
Un ultimo studio sulle farmacie in Belgio mostra come le restrizioni all’ingresso abbiano avuto un impatto negativo sul benessere dei consumatori e che l’intensa regolamentazione non sia riuscita a garantire la disponibilità dell’offerta su tutto il territorio: con regole meno restrittive si potrebbero avere il doppio delle farmacie, più posti di lavoro ed una migliore copertura territoriale.

(a cura di Francesca Barbiero, Filippo Teoldi, Guido Zichichi)

RAI: RIPARTIRE DAI CONTENUTI

La crisi della Rai è più profonda di quello che appare all’esterno e non basta nominare manager capaci e sganciati dai partiti per farla ripartire. Il taglio di circa 250 milioni al bilancio ha sottratto risorse anche agli investimenti su prodotto e contenuti. Ma è proprio su qualità e innovazione che si gioca il futuro della Rai. Perché la competizione per un editore televisivo, soprattutto se di servizio pubblico, è oggi più che mai sui contenuti e sulla loro capacità di essere attraenti, convenienti e accessibili in ogni momento, in ogni luogo e su ogni apparato e piattaforma.

NON CI RESTA CHE CRESCERE

Dal welfare al fisco, dalle liberalizzazioni alla scuola, un libro (Università Bocconi Editore) raccoglie le risposte di vari esperti a quattro domande. Che cosa si può fare subito per rimettere in moto l’economia italiana? Che cosa nell’arco di due legislature? Quali interessi si oppongono alle riforme e come arginarli? Quali interessi avrebbero tutto da guadagnare e come mobilitarli? Pubblichiamo alcuni passi dell’introduzione del volume.

LA CROCIERA, UN MODELLO DI TURISMO DA RIPENSARE

Dopo il disastro della Costa Concordia, diventano evidenti gli interrogativi su quella particolare forma di turismo di massa rappresentata dalle crociere. Un’industria cresciuta senza limiti e senza regole, con navi sempre più mastodontiche, porti smisurati per accoglierle, lavoratori reclutati nei paesi più poveri per salari minimi. Se l’impatto ambientale è molto rilevante, il contributo economico alle destinazioni è invece molto contenuto. Un modello che non corrisponde alle esigenze di sviluppo turistico del nostro paese.

UNA ROAD MAP PER LE LIBERALIZZAZIONI

Muovendosi sui tre fronti dei settori a rete, degli oligopoli e dei settori a entrata regolata segnalati dall’Antitrust, il governo Monti potrebbe sviluppare dinamiche concorrenziali in molti servizi, oggi sottratti alla concorrenza. Concorrenza a cui invece debbono sottostare le nostre imprese manifatturiere. Con un beneficio per gli utenti in termini di qualità dei servizi e riduzione dei prezzi. Ma anche una riduzione dei costi e un aumento di competitività per le aziende italiane esportatrici. Benefici non proprio trascurabili.

PREMI SENZA CONCORRENZA

I premi della Rc auto in Italia continuano a essere eccessivamente alti. Le compagnie sostengono che la colpa è dei guidatori troppo imprudenti e delle frodi. In realtà, la pericolosità di neopatentati e automobilisti di alcune aree del paese è ancora tutta da dimostrare. Quanto alle frodi, sono a livelli molto bassi. E allora servono interventi per promuovere una sana concorrenza in un settore pressoché stabile, in cui la maggior parte delle agenzie sono ancora monomandatarie e le poche società straniere non offrono polizze con premi secondo la media europea.

LO SPETTRO NON VALE ZERO

L’assegnazione delle frequenze continua a essere un tema caldo della politica italiana. Esiste già una soluzione europea, recepita da una proposta di emendamenti al Codice delle trasmissioni elettroniche. Prevede che i diritti d’uso delle frequenze siano cedibili, purché non siano stati originariamente ottenuti a titolo gratuito. E allora al posto del beauty contest bisogna procedere a un’asta che garantisca, nel breve periodo, capacità trasmissiva televisiva per editori nuovi entranti. E consenta, nel tempo, l’uso di diverse tecnologie per servizi innovativi.

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