Dalla mediazione tra governo e partiti è uscita una riforma del lavoro con più rigidità in uscita in cambio di meno restrizioni all’abuso di contratti temporanei rispetto alla proposta iniziale. Il compromesso ci consegna un mercato del lavoro che non risolve il dualismo e che aumenta il cuneo fiscale e la complessità della procedura di licenziamento. Ci sarebbe voluto molto più coraggio sulla limitazione delle forme di lavoro parasubordinato e sul percorso verso la stabilità di chi cerca lavoro a tutte le età. A ridurre il precariato ci penserà, inevitabilmente, la prossima riforma.
Professore ordinario di Economia Politica presso l'Università di Torino, è Fellow e direttore del Programma Allievi della Fondazione Collegio Carlo Alberto e responsabile degli studi sul lavoro della Fondazione Debenedetti. È consigliere di sorveglianza (ed ex-vicepresidente) di Intesa SanPaolo. È stato Consigliere economico del Ministro dell'Economia e della Finanze nel 2004 e 2005, e consulente in materia di lavoro per il Dipartimento del Tesoro. Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la London School of Economics nel 1996. Dal 1996 al 1999 ha lavorato come economista nel dipartimento di ricerca del Fondo Monetario Internazionale, ed è stato professore associato presso l'Università Bocconi dal 2000 al 2004. Redattore de staging.lavoce.info.